A Kibra

Lo stomaco si stringe, come imbuto.
Piango l’amico che io ben conosco
pur non avendol mai io conosciuto.
Lo piango a modo del poeta tosco.

Il 20 agosto arriva la notizia.
Nel forum s’è calato un gran mutismo:
tutti allibiti e increduli. Mestizia.
Ciascuno chiuso dentro il proprio autismo.

Tutti in silenzio, tristi, ammutoliti;
i nostri nomi, sopra, in alto scritti,
ma nessun scrive e i nostri cuor contriti
piangono Kibra, desolati e afflitti.

Pregar non so, ma ora se ‘l sapessi
rivolgerei questa mia prece a Dio.
Gli chiederei: “Signore, se accogliessi
il nostro Kibra, amico Vostro e mio

nel posto più speciale, in Paradiso,
sarei risollevata dal malpiglio.
Accoglilo con te, fagli buon viso,
proteggilo, come proteggi un figlio.

L’eterno riposo donagli, o Signore
e fa che proprio nulla mai gli manchi.
Con lui arriva in cielo il buonumore,
se stai con lui, vedrai, giammai ti stanchi.

E’ allegro, è buono, è generoso tanto
trovare sa per tutti una parola;
il suo sorriso avvolge come un manto,
e pensar lui così or ci consola.

Fallo giocare insieme agli angioletti,
non dargli mai verdura, non gli piace,
lui preferisce un piatto di spaghetti,
oppure due costine cotte a brace.

Ricordagli che noi lo pensiam sempre,
e quando è buio splenda a lui la luce;
tu sai che nonostante le sue tempre
è fragile ed onesto, non è truce.

Il nostro Buon Gigante ci ha lasciati,
ma è un distacco che durerà poco.
Un dì saremo lì tutti abbracciati,
lassù da Te, lassù nell’altro loco".

Guardo su in cielo per vedere dove
passeggia il nostro Giorgio nell'Aiuola.
Guardo su in ciel: c’è il sole eppure piove.
Il cielo non mi lascia pianger sola.